Economia e Finanza

Il Sole 24 Ore

• 28 agosto 2020 •

Testo di Andrea Franceschi

“Dicevamo che la Mifid avrebbe risolto i problemi di trasparenza nell’industria del risparmio gestito, ma così non è anda­ta. Ad oggi è un Far West in cui ognuno interpreta le regole modo suo». Se si parla di costi di gestione e di come vengono comunicati alla clientela il giudizio di Dario Tosetti, fondatore del family office Tosetti Value, è netto: «Con il suo enorme risparmio privato l’Italia ha tutto il potenziale per un hub del settore. Ma per farlo – spiega – ci vuole un rapporto più chiaro con la clientela».

Perché è così difficile, per un risparmiatore anche avveduto, avere una percezione chiara dei costi dei prodotti sottoscritti?
Perché in gran parte dei casi manca un’indicazione chiara delle poche informazioni veramente importanti; quanto vale ad il mio portafoglio; quanto ho versato e quanto ho riscattato nel corso del tempo; quanto ci ho guadagnato o quanto ci ho perso; quanto mi è costato. C’è bisogno di una rendicontazione semplificata standardizzata e obbligatoria per tutti per fare il passo avanti che serve in termini di trasparenza. È nell’interesse dei clienti ma anche delle ban­che e delle società di gestione.

In che senso?
Le potenzialità di sviluppo per il settore in Italia sono enormi perché, come noto, è enorme il risparmio privato delle fami­glie italiane. Tra depositi ban­cari e investimenti mobiliari siamo intorno ai 4200 miliardi di euro. Il 237% del Pil. È un pa­trimonio enorme che fino a dieci anni fa era impiegato in titoli di Stato e altri strumenti di reddito fisso che garantiva­no buoni rendimenti a rischi contenuti. Oggi il mercato è profondamente cambiato. La politica monetaria delle ban­che centrali ha comportato una drastica compressione dei ren­dimenti e oggi come non mai chi vuol far fruttare il patrimo­nio deve affidarsi alla consu­lenza degli specialisti.

Il problema è che spesso Io specialista e il cliente parlano lingue diverse …
La scarsa educazione finanzia­ria degli italiani è purtroppo un problema noto e il fatto che il grosso delle nozioni ricevute ar­rivino da chi vende loro i pro­dotti fa sì che i conflitti di inte­resse siano all’ordine del giorno. Avere poche regole chiave ugua­li per tutti e una rendicontazione standard a mio parere potrebbe risolvere buona parte di questi problemi. Non solo, potrebbe contribuire a rinsaldare la fidu­cia delle famiglie nel sistema.

Una fiducia che negli ultimi anni è andata scemando e che va ricostruita …
La trasparenza è nell’interesse di tutti perché alimenterebbe una competizione leale che è il presupposto per la crescita. Le competenze non mancano così come i grandi player del settore, penso soprattutto a Intesa Sanpaolo e Generali. Ci sono tut­ti i presupposti per fare di Mila­no l’hub finanziario più impor­tante d’Europa.