Economia e Finanza

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• 24 febbraio 2022 •

Centro Studi – Tosetti Value

Nelle prime ore del 24 febbraio 2022 il Presidente russo Vladimir Putin ha autorizzato una vasta campagna militare contro l’Ucraina avviando cannoneggiamenti e bombardamenti di installazioni militari di quest’ultima. Il Cremlino ha dichiarato apertamente l’intenzione di demilitarizzare Kiev, impedirne un futuro eventuale ingresso nella NATO e nell’Unione Europea e – implicitamente – di voler installare in Ucraina un Governo differente da quello attuale, filo occidentale. Le forze di terra russe sono entrate in Ucraina da Nord, da Ovest (Bielorussia) e da Est.

REPORT COMPLETO

Scenari e conseguenze
Un intervento militare diretto della NATO o anche solo di parte dei Paesi Occidentali in Ucraina è da considerarsi fuori discussione.
Se – come probabile – la campagna militare russa proseguirà, e i russi prenderanno il controllo di parte dell’Ucraina, l’Occidente proseguirà probabilmente in un graduale inasprimento delle sanzioni nei confronti di Mosca.
▪ Già dopo il riconoscimento da parte di Mosca delle due repubbliche separatiste nel Donbass, UK, USA, Giappone, Canada, Australia e Unione Europea hanno sanzionato la Russia, colpendo la libera circolazione del debito pubblico nazionale, le maggiori istituzioni finanziarie e alcuni oligarchi legati al Cremlino
▪ Sembra assolutamente inevitabile che le sanzioni si aggravino in seguito all’aggressione militare dell’Ucraina.
▪ Una delle misure prevederebbe l’esclusione della Russia dallo SWIFT (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication) network internazionale alla base di gran parte delle transazioni finanziarie globali.
▪ Per il momento remota appare la possibilità di interrompere completamente gli scambi commerciali con la Russia, cosa che sarebbe possibile per gli USA ma molto difficile e costosa per l’Europa alla luce della dipendenza energetica sopra descritta. Le probabilità di una scelta simile, tuttavia, aumenterebbero in presenza di azioni cruente tali da smuovere l’opinione pubblica occidentale e statunitense in particolare.
Le conseguenze economiche nell’immediato possono portare a rallentamento della crescita e soprattutto a maggiore inflazione:
▪ Ulteriore rialzo del prezzo delle materie prime energetiche con conseguente incremento delle pressioni inflattive in Occidente (Europa in particolare) e compressione dei margini di profitto delle aziende (specie energivore) nel Vecchio Continente
▪ Marcata flessione di prezzo degli asset di rischio (azioni e obbligazioni High Yield in particolare) su scala globale
▪ Flessione delle vendite di prodotti e degli investimenti europei in Russia. A titolo di esempio le esportazioni italiane verso la Russia si aggirano su un totale annuo pari a 8 – 9 miliardi di Euro su un totale di vendite all’estero superiore ai 500mld.
▪ Minori flussi di investimento dalla Russia verso l’Unione Europea
▪ Calo della fiducia di imprese e consumatori per effetto del prezzo delle commodities e dello scenario bellico
▪ Ulteriore spinta alla de-globalizzazione

Rischi
Lo scoppio del conflitto – di per sé fatto molto grave – potrebbe comportare ulteriori rischi di natura geopolitica che appaiono tuttavia per il momento fortunatamente limitati.
▪ Escalation del conflitto con coinvolgimento di Paesi membri dell’Alleanza Atlantica (quali i Paesi Baltici o la Polonia). Probabilità sostanzialmente nulla, ma con conseguenze catastrofiche.
▪ In considerazione della posizione ambigua tenuta sinora dalla Cina sulla vicenda Ucraina, Pechino potrebbe sfruttare il momento dando seguito alle minacce ripetutamente rivolte a Taiwan, considerata provincia ribelle da riunire al Paese. Probabilità al momento contenuta ma con conseguenze gravi.

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